Il mio secondo viaggio-studio ha avuto come meta Salamanca: una città universitaria nella regione di Castilla y León, nell’ovest della Spagna. Questa città è fra le mete più rinomate dagli studenti stranieri, perchè è unica nel suo genere: qui gli abitanti non hanno alcun influsso linguistico, sia per quanto riguarda le lingue straniere, che anche in campo “dialettale”.
Come in ogni città spagnola che si rispetti, il punto focale dei ritrovi tra amici è la Plaza Mayor; quella di Salamanca, tra l’altro, rende particolarmente giustizia alla caratteristica architettonica principale della zona, che è il colore dorato delle pareti al momento del tramonto. Originariamente questa piazza veniva utilizzata per ospitare la corrida (pratica che, fortunatamente, almeno in questa zona è stata vietata), mentre ora ospita moltissimi locali, taperías e negozi artigianali. Talvolta, in alcuni periodi, vengono allestite delle mostre d’arte all’aperto.
Come accennavo prima, la tipologia più diffusa di turisti che visitano Salamanca, sono studenti; c’è chi frequenta l’università, e chi viene a vivere in famiglia per qualche settimana (o mese) per immergersi nella cultura spagnola ed imparare la lingua locale. Per questo motivo, la movida serale è diffusa principalmente durante i giorni infrasettimanali (in cui gli studenti universitari dormono negli alloggi in affitto, mentre i sabato e la domenica lo passano a casa propria, in altre città).
Sempre parlando degli studenti, un luogo imperdibile per chi visita questa città è l’università: ormai trasformata anche in meta turistica di grande fascino. La sua particolarità si trova esattamente all’entrata, sulla facciata principale. Noterete che lo stile che la caratterizza (plateresco) è molto particolare e colmissimo di particolari. La leggenda narra che, chiunque riesca a trovare la rana presente sulla facciata, prima della fine del percorso di studi, allora riuscirà a laurearsi con buoni voti. Io sono riuscita ad individuarla, ma vi consiglio di non controllare su internet dove si trova, perchè, per le persone scaramatiche, potrebbe portare sfortuna! Prenotando la visita guidata sarà possibile scoprire moltissime altre curiosità riguardo questa struttura, che è una fra le più antiche del suo genere!
L’architettura è molto varia in città; altre due strutture che mi sono rimaste particolarmente impresse sono la Casa de las Conchas (è una casa ricoperta totalmente da altorilievi di conchiglie) e la cattedrale (che ora viene divisa in cattedrale vecchia e cattedrale nuova, anche se sono state costruite l’una attaccata all’altra). Di quest’ultima ricordo la visita guidata, in cui ci sono state illustrate delle figure particolarissime rappresentate sullo stipite della porta d’entrata principale (sono tutte figure simboliche: la parte superiore è stata restaurata qualche decina di anni fa, per cui si è voluto lasciare un segno di questo rifacimento, aggiungendo l’altorilievo di un astronauta che, ovviamente, non sarebbe potuto esistere ai tempi della costruzione originaria della struttura). Successivamente, siamo passati all’interno, ma da un’entrata diversa da quella principale, infatti siamo stati accompagnati su per un’infinita scala a chiocciola: stretta, ripida e scivolosa. Arrivati in cima, ci siamo ritrovati all’interno del campanile, proprio in mezzo alle campane funzionanti: se ci fate caso, infatti, subito prima delle scale è presente un countdown, che indica quanti minuti e secondi rimangono prima del prossimo rintocco (e viene indicato anche il tempo approssimativo di “evacuazione”, in caso qualcuno non se la sentisse di stare in mezzo al rimbombo assordante).
Durante le due settimane abbiamo avuto occasione di visitare anche il Convento di Santo Stefano, con una delle pale d’altare più grandi che io abbia mai visto, interamente ricoperta d’oro. In altri giorni abbiamo esplorato le vicinanze del Ponte Romano, che passa sopra il fiume Tormes. Vale la pena dare un’occhiata anche a Casa Lis: una vecchia residenza in arte moderna, che oggi viene usata come galleria e mostra d’arte (nel momento in cui l’ho visitata, era presente una collezione di bambole antiche a dir poco inquietanti!), mentre se si è appassionati di motori allora è bene “fare un salto” al Museo de Historia de la Automoción: il primo museo ad ingresso libero in cui sono contenuti infiniti generi e tipologie di auto (dalla più antica, alla più futuristica).