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Perle in Galles – Esploriamo St. Fagan’s e il Big Pit

st. fagan's park in galles

Come accennavo nel mio articolo riguardante i miei viaggi-studio all’estero, oggi vorrei parlarvi di due attività che ci sono state proposte dai nostri insegnanti di inglese quando abbiamo vissuto a Cardiff per due settimane.

Il fine settimana ovviamente non lo passavamo a scuola, e quindi mi chiederete: ma cosa facevate, allora? Beh, i nostri insegnanti avevano già programmato tutto. La domenica era il giorno da dedicare a passare il tempo con la famiglia, per conoscersi e scambiarsi informazioni, idee e pensieri, e magari il pomeriggio si poteva fare un giro per la città per conto proprio (abbiamo trovato uno dei centri commerciali più grandi del Regno Unito!); ogni sabato, invece, partecipavamo ad un day-trip (o escursione) nei luoghi vicini alla città. Per quanto riguarda noi, il primo sabato siamo stati al parco di St. Fagan’s, che è il giardino enorme di un palazzo storico situato in Galles. Qui, anche per allenarci con l’inglese, ci è stato chiesto di intervistare dei visitatori per imparare qualche frase nella lingua locale, il gallese.

st fagan's park cardiff wales

Per quanto riguarda il secondo sabato, invece, gli organizzatori ci hanno accompagnati in un posto che mai avrei pensato di visitare: Big Pit, il museo nazionale del carbone. Durante la visita abbiamo fatto un giro all’esterno della miniera, e poi siamo stati accompagnati in una stanza d’attesa; finito il video presentazione del luogo, le guide del museo ci hanno portati in un vecchio capanno di cemento, dove ci hanno forniti dei dispositivi di sicurezza necessari al proseguimento dell’esplorazione: un caschetto con torcia, una ricetrasmittente e una corda. A cosa potrebbero mai servire tutti questi oggetti? Esattamente! Abbiamo esplorato le miniere anche dall’interno! Siamo saliti in uno degli ascensori originali che venivano utilizzati giornalmente dai minatori, e siamo arrivati a 90 metri di profondità; siamo scesi e abbiamo iniziato il nostro percorso sotterraneo. La nostra guida ci ha fatto provare un vecchio dispositivo di sicurezza “elettrostatico” fissato al muro, e poi ci siamo immersi nella profondità della miniera.

La storia è straziante: le porte erano in legno, e non erano rari i picchi di monossido di carbonio; ad ogni porta veniva fatto sedere un bambino, che si occupava dell’apertura e della chiusura quando c’era il passaggio dei carretti trainati dai cavalli. I bambini, solitamente piccoli e agili, venivano trasportati all’interno la mattina, e riportati a casa la sera, avendo la possibilità di vedere la luce del sole solamente durante il sabato e la domenica, mentre i cavalli vivevano all’interno delle stalle sotterranee per cinque giorni alla settimana. Raccontandoci questa storia, ad un certo punto il signore che ci faceva da guida ci ha consigliato di fermarci tutti in una “stanza” più ampia, e abbiamo spento tutte le torce: è stato il buio più nero che abbia mai visto; posso solo immaginare la sofferenza di quelle persone e animali che lavoravano all’interno della miniera.

Spero che queste mie esperienze vi siano risultate interessanti, e che possiate magari prendere spunto per qualche vostro prossimo viaggio!

Scrivetemi qui sotto cosa ne pensate, perchè appena mi hanno raccontato queste storie agghiaccianti ero sotto terra di 90m e non avevo molto tempo di “rifletterci su”: voi cosa avete provato leggendo queste curiosità? Le conoscevate già?

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